A fronte delle consuete rimostranze rispetto ai collegamenti su strada da e per Carpi (SS Romana Sud e Nord, SS per Correggio, ecc) e sul sistema viario interno (in modo particolare il tema del prolungamento di via dell'Industria), noi siamo convinti che non sarà l'asfalto a far aumentare i fatturati delle imprese carpigiane.
Aldilà delle valutazioni ambientali, che per noi sono rilevanti, il punto è che in un momento di risorse limitate, continuare a mettere risorse pubbliche in asfalto e mattoni sia controproducente, legato ad un modello di produzione e logistica antiquato, sottragga risorse che dovrebbero essere destinate ad altro, favorisca solo gli interessi di chi queste opere le fa.
Pensate cosa si potrebbe invece fare e che impatto avrebbero su una dimensione comunale, con le risorse destinati a fare il prolungamento di via dell'industria, che l'assessore Bellelli ha quantificato in 12 milioni!.
Con molto meno si potrebbe creare un fondo rotativo, che nel tempo si ripaga e rigenera a sostegno di innovazione d'impresa, alla start up di imprese giovanili, alla rivitalizzazione del nostro artigianato, riqualificazione professionale dei lavoratori in cassa integrazione o dei giovani in cerca di lavoro, non solo in nuovi mestieri ma anche nella reinterpretazione di quelli "vecchi".
Posti di lavoro veri, duraturi, qualificati, che non scompaiono nel momento in cui un'opera in asfalto finisce.
In ogni caso, sempre tenendo conto che le risorse sono limitate, se il tema è innovare la nostra logistica, ridurre costi e impatti ambientali diminuendo la percentuale dei trasporti fatti su gomma, continuare ad investire sull'asfalto anzichè sull'intermodalità e sul ferro, come sta avvenendo su scala regionale con le centinaia di milioni di risorse pubbliche destinate ad autostrade è antieconomico prima ancora che ambientalmente devastante.
Pensate cosa si potrebbe invece fare e che impatto avrebbero su una dimensione comunale, con le risorse destinati a fare il prolungamento di via dell'industria, che l'assessore Bellelli ha quantificato in 12 milioni!.
Con molto meno si potrebbe creare un fondo rotativo, che nel tempo si ripaga e rigenera a sostegno di innovazione d'impresa, alla start up di imprese giovanili, alla rivitalizzazione del nostro artigianato, riqualificazione professionale dei lavoratori in cassa integrazione o dei giovani in cerca di lavoro, non solo in nuovi mestieri ma anche nella reinterpretazione di quelli "vecchi".
Posti di lavoro veri, duraturi, qualificati, che non scompaiono nel momento in cui un'opera in asfalto finisce.
In ogni caso, sempre tenendo conto che le risorse sono limitate, se il tema è innovare la nostra logistica, ridurre costi e impatti ambientali diminuendo la percentuale dei trasporti fatti su gomma, continuare ad investire sull'asfalto anzichè sull'intermodalità e sul ferro, come sta avvenendo su scala regionale con le centinaia di milioni di risorse pubbliche destinate ad autostrade è antieconomico prima ancora che ambientalmente devastante.
E' ora di uscire da questa logica e cominciare a pensare veramente in modo diverso alla Carpi del futuro, come ha detto Sara Rovatti: "Non investiamo sulle strutture ma investiamo sulle persone!".
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