sabato 12 aprile 2014

7,8 milioni di euro l'anno per rilanciare l'edizia a Carpi

Questo post l'avevo scritto tre anni fa qui, non sto a rifare i conti, più o meno saranno simili: quello che spendiamo in meno a scaldare d'inverno lo spenderemo di più a raffreddare d'estate, e all'epoca non c'era nemmeno il problema/opportunità della ricostruzione post-sisma.

"L’attuale e perdurante situazione di crisi economica sta producendo pesanti effetti sul settore dell’edilizia, con la perdita di numerosi posti di lavoro.  Qualcuno, a nostro avviso confondendo cause ed effetti della malattia, ipotizza che occorra ricominciare a costruire come una volta e addirittura rilanciare a livello locale e nazionale le piccole e grandi opere… non si sa bene con quali soldi e quali obiettivi.
Secondo noi il problema va affrontato in un’ottica completamente diversa. Secondo noi sul territorio carpigiano ci sono già almeno 7,8 milioni di euro disponibili a rilanciare l’occupazione (non la speculazione) nel settore dell’edilizia e dare lavoro a centinaia di muratori, elettricisti, idraulici, falegnami, cartongessisti, pittori, tagliatori di balconi, etc etc. Il denaro c’è, va solo reindirizzato!
Calcolando il numero di famiglie a Carpi (io avevo trovato 24'513, ieri sera parlavano di 30'000 abitazioni, facciamo 25'000) e quanto spende in media una famiglia per scaldare (ieri sera si parlava di 1.200€ all’anno per la famiglia media modenese, a me sembrano tanti, facciamo 1.000) e raffrescare (questo l’ho calcolato io ipotizzando 5kWh al giorno per 60 giorni = 300kWh x 0,4€ = 120) la propria casa, risulta una spesa di 1'120€ a famiglia per un totale di 26'120'000€.
Ipotizzando di non poter annullare la spesa energetica (obiettivo raggiungibile, forse, solo sul nuovo), ma accontentandosi di ridurla del 30% (ieri sera ci è stato detto che è possibile senza grossi stravolgimenti), questo vorrebbe dire comunque che a Carpi potrebbero essere disponibili da subito più di 7,8 milioni di euro (il 30% di 26,12) all’anno da spendere in riqualificazione energetica degli edifici. Soldi che i carpigiani spendono già in metano che non viene prodotto a Carpi, soldi che vanno via da Carpi, soldi che vanno letteralmente in fumo e che potrebbero restare invece nelle tasche di imprese e lavoratori carpigiani!
E questo ipotizzando (ma noi pensiamo che non sarà così: ad esempio, il 38% del nostro petrolio viene dalla Libia) che la disponibilità di combustibili fossili ai prezzi attuali duri ancora per qualche anno."

Occorre fermare immediatamente qualsiasi piano di nuove costruzioni su territorio non cementificato e dirottare tutte le risorse verso la riqualificazione energetica dell'esistente!

4 commenti:

  1. Non mi è ben chiaro il primo passo del ragionamento: si ragiona come se i 7,8 mln fossero pubblici, quando in realtà sono privati. Bisognerebbe quindi convincere le singole famiglie a investire soldi propri per riqualificare TUTTE le abitazioni: e chi non ha i soldi per farlo?
    Allo stesso tempo, il calcolo dei 7,8 mln è errato: si prendono i consumi e li si moltiplica per 0,3; questa sarebbe la quota risparmiata, ma se la riqualificazione energetica è una grande opportunità di RISPARMIO, significa che la spesa per l'installazione, quella che vagli elettricisti, muratori etc... sarà molto inferiore.

    Infine, ripeto: dal momento che il risparmio arriva nel tempo e la spesa subito, come si intende fare in modo che TUTTI i carpigiani spendano un 20-22'000 € sull'unghia per farsi coibentare la casa? State confondendo causa ed effetto del risparmio.

    Ve la suggerisco io: finanziamenti da parte delle banche; ma questo riduce di molto il risparmio delle famiglie (le banche vogliono gli interessi), e molte di queste sono partecipate dai fondi sovrani di quei paesi che hanno il petrolio... che complotto! ;)

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  2. Bravissimo Gabriele! Il problema è proprio quello: come convincere le famiglie a investire in qualcosa che farà risparmiare, anche ammesso che fosse possibile ottenere finanziamenti dalla banche, cosa che oggi mi sembra poco realistica.
    Però non c'è nessuna difficoltà culturale nel convincere le famiglie a pagare 1.200€ di gas per scaldare la casa. Quindi quei soldi i privati li spendono già.
    La mia idea, personale; è che questa "rivoluzione" dovrebbe essere guidata dall'ente che gestisce i servizi energetici (per capirci AIMAG, ipotizzando che fosse sotto il controllo del comune) e che riceve già quei soldi dai cittadini.
    Faccio un esempio che banalizza alcuni aspetti ma chiarisce bene.
    In un condominio di 10 famiglie si spendono 12.000€ l'anno per il riscaldamento, in 10 anni sono 120.000€, AIMAG decide di investire 30.000€ su quel condominio per portarlo a consumare il 30% in meno (quindi 84.000€ nei 10 anni), e alle famiglie vengono date due opzioni: 1. pagare subito 3.000€ e iniziare subito a risparmiare 360€ l'anno sulle bollette, oppure 2. continuare a pagare le stesse bollette per 10 anni (fino al pagamento dell'intervento) e poi iniziare a risparmiare.
    Così i condomini sono "obbligati" a fare subito l'intervento, chi vuole/può/ci crede investe e risparmia di più, chi non vuole/non può/non ci crede continua a pagare come prima, AIMAG rientra comunque degli investimenti fatti entro i 10 anni.
    Questa gestione "centralizzata" permetterebbe anche una notevole programmazione e razionalizzazione degli interventi, sarebbe AIMAG a decidere dove e come è più urgente e più utile intervenire.

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  3. Il problema è che non paghi subito 3000, perché gli impianti durano 20 anni e costano un po' di più... sull'unghia ci sarebbe da sborsare un 8-10'000.
    Domanda: i soldi ad AIMAG per 20 anni (o 10, tempo di rientro) chi li dá? A quale tasso d'interesse?
    Ma allora, se prendi a un 5% d'interesse, chi lo paga quel 5% annuo (200 € ad abitazione)? Sicuramente non AIMAG, che se no ci perderebbe; allora verrebbe scaricata sulle famiglie o sul comune (che dovrebbe fare ulteriore debito per pagare gli interessi).

    Ripeto: il risparmio energetico è fondamentale anche per noi di SEL, ma ricordiamoci che i soldi non sono gratis, e qualcuno deve pagare.

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  4. Non esistono pasti gratis e non esiste niente di facile. Però la politica serve proprio per le cose che non accadono spontaneamente, altrimenti tanto vale stare tutti a casa.
    Ed è già ampiamente dimostrato che quando vogliono, i politici, i soldi li trovano: per realizzare opere inutili, fare dubbie acquisizioni e beneficiare gli amici.
    Gli esempi non mancano, a livello nazionale e locale.
    Se esistono VOLONTÀ POLITICA e VISIONE STRATEGICA si può partire, su questo tema fondamentale.

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