Vorremmo lanciare una grande sfida agli imprenditori di Carpi: creare un centro d'eccellenza nazionale (e quindi, facilmente in questo settore, mondiale) della moda ecosostenibile e solidale.
Noi crediamo che Carpi abbia tutte le carte per trainare questa nuova e necessaria rivoluzione.
Per fare questo occorre agire a più livelli:
- selezionare, sostenere, promuovere solo le imprese che adotteranno precise norme di comportamento etico e di sostenibilità ambientale
- diffondere la cultura della moda sostenibile, della riduzione, del riutilizzo e del riciclo
- creare un circuito virtuoso sostenibile per le fibre tessili
- selezionare, sostenere, promuovere solo le imprese che adotteranno precise norme di comportamento etico e di sostenibilità ambientale
- diffondere la cultura della moda sostenibile, della riduzione, del riutilizzo e del riciclo
- creare un circuito virtuoso sostenibile per le fibre tessili
Si potrebbe creare un marchio "Made in Carpi" legato proprio alla certificazione delle aziende che operano nel settore della moda sostenibile.
E si potrebbe creare un grande evento annuale, una fiera a Carpi della Moda ecosostenibile.
I principali parametri di selezione delle aziende potrebbero essere:
- utilizzo di materie prime (fibre, tessuti, coloranti, accessori) da riciclo o da fonti sostenibili
- investimenti nella innovazione tecnologica necessaria a rigenerare il cotone e la lana dai capi dismessi o a produrre fibre di poliestere dalle bottiglie di plastica
- investenti e promozione nel ritiro dai degli indumenti inutilizzati
- azioni di riduzione delle emissioni di CO2 a qualsiasi livello del ciclo industriale e commerciale
- utilizzo di energia da fonti rinnovabili
- introduzione o sviluppo di tecnologie innovative che utilizzino meno acqua
- riduzione di rifiuti e imballaggi
- introduzione di test rigorosi sulla sicurezza dei prodotti (tessuti e coloranti)
- utilizzo di manodopera locale (sostegno alla comunità) o, quamtomeno, di manodopera garantita da tutele paragonabili alle nostre sul salario, la salute e la sicurezza dei lavoratori
- sviluppo e promozione di attività di riparazione degli indumenti rotti
- tolleranza zero verso la corruzione nei partner industriali e commerciali
- utilizzo di materie prime (fibre, tessuti, coloranti, accessori) da riciclo o da fonti sostenibili
- investimenti nella innovazione tecnologica necessaria a rigenerare il cotone e la lana dai capi dismessi o a produrre fibre di poliestere dalle bottiglie di plastica
- investenti e promozione nel ritiro dai degli indumenti inutilizzati
- azioni di riduzione delle emissioni di CO2 a qualsiasi livello del ciclo industriale e commerciale
- utilizzo di energia da fonti rinnovabili
- introduzione o sviluppo di tecnologie innovative che utilizzino meno acqua
- riduzione di rifiuti e imballaggi
- introduzione di test rigorosi sulla sicurezza dei prodotti (tessuti e coloranti)
- utilizzo di manodopera locale (sostegno alla comunità) o, quamtomeno, di manodopera garantita da tutele paragonabili alle nostre sul salario, la salute e la sicurezza dei lavoratori
- sviluppo e promozione di attività di riparazione degli indumenti rotti
- tolleranza zero verso la corruzione nei partner industriali e commerciali
Le principali azioni di "sensibilizzazione" sui consumatori potrebbero essere:
- educazione alla cura responsabile dei capi di abbigliamento (es. lavaggio a basse temperature, riparazioni, ecc)
- evitare che l'abbigliento finisca nelle discariche
- destinare gli indumenti inutilizzati a mercati dell'usato o riciclo delle materie prime
- educazione alla cura responsabile dei capi di abbigliamento (es. lavaggio a basse temperature, riparazioni, ecc)
- evitare che l'abbigliento finisca nelle discariche
- destinare gli indumenti inutilizzati a mercati dell'usato o riciclo delle materie prime
Nessun commento:
Posta un commento