Crediamo che ad ogni tornata elettorale si aprano i libri dei sogni per investimenti mirabolanti (guarda caso quasi sempre hanno come corollario qualche opera “muraria”).
Ora è il nuovo palazzetto dello sport, per il quale l’assessore D’Addese, da un po’ di settimane, sventola un mitologico “studio di fattibilità”; e addirittura un nuovo stadio, per il quale ha anche già coniato un nome, il “Gaudì Stadium”.
Ora è il nuovo palazzetto dello sport, per il quale l’assessore D’Addese, da un po’ di settimane, sventola un mitologico “studio di fattibilità”; e addirittura un nuovo stadio, per il quale ha anche già coniato un nome, il “Gaudì Stadium”.
Per quanto ci riguarda, rimaniamo stupiti dall’ipotesi di un palazzetto nuovo di zecca, costruito a pochi metri da una palestra inaugurata appena qualche mese fa; viene da chiedersi se non fosse il caso di pianificare un unico impianto multifunzionale e risparmiare in investimenti e spese di gestione, se stiamo parlando di un impianto pubblico.
Se invece, come fa pensare l’insistenza dell’assessore (anche sul nome del nuovo stadio ad esempio), c’è già un finanziatore privato, sarà bene sapere cosa e quanto finanzi, per evitarci le classiche sorprese dei vari “project financing” all’italiana, dove pare sempre che ci sia la fila di imprese private pronte a finanziare ogni tipo di opera e poi si scopre che invece è il pubblico a doversi assumere tutti i rischi d’impresa (e a pagare).
Crediamo piuttosto che in ambito sportivo sia prioritario facilitare l'accesso allo sport, strutture aperte al pubblico, impianti nei parchi, nei quartieri e nelle frazioni.
Ad ogni modo riteniamo che in città ci siano ben altre priorità sulle quali investire, per far ripartire il settore manifatturiero o per dare risposta alla crisi sociale; ad esempio partendo dal diritto alla casa di tante famiglie, prima di trovarci anche solo con qualche decina di migliaia di euro spesi tra studi di fattibilità e progettazioni faraoniche, molto “elettorali”, che poi finiscono in nulla, come la vicenda della piscina comunale ci insegna. Sarà meglio che l’assessore D’Addese tiri fuori qualche cifra concreta ed eviti di prendere impegni di spesa anche solo per un euro, ora che è a fine mandato.
Crediamo piuttosto che in ambito sportivo sia prioritario facilitare l'accesso allo sport, strutture aperte al pubblico, impianti nei parchi, nei quartieri e nelle frazioni.
Ad ogni modo riteniamo che in città ci siano ben altre priorità sulle quali investire, per far ripartire il settore manifatturiero o per dare risposta alla crisi sociale; ad esempio partendo dal diritto alla casa di tante famiglie, prima di trovarci anche solo con qualche decina di migliaia di euro spesi tra studi di fattibilità e progettazioni faraoniche, molto “elettorali”, che poi finiscono in nulla, come la vicenda della piscina comunale ci insegna. Sarà meglio che l’assessore D’Addese tiri fuori qualche cifra concreta ed eviti di prendere impegni di spesa anche solo per un euro, ora che è a fine mandato.
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